LA
VERA STORIA DI GIULIETTA E ROMEO di Albino Comelli
Tutto
si svolge in Friuli, il 26 febbraio 1511, durante la festa di
Carnevale, organizzata a Udine , nel Palazzo dei Savorgnan , nobile
e potente casato. La quattordicenne bellissima Lucina entra in
scena pubblica ballando, cantando e suonando in modo da affascinare
il cugino Luigi da Porto, che in quel tempo è capitano dei
Cavalleggeri Veneti a Cividale del Friuli, ed è presente, sia pure
col volto coperto da una maschera.
Ecco
il momento e il punto in cui si accende la scintilla dell’amore
che sta alla base del mito di Giulietta e Romeo, che lo stesso Luigi
descriverà più tardi nella Novella “ Giulietta” di cui è
autore ed il vero protagonista assieme alla sua amata Lucina.
Per
comprensibili motivi, Luigi ambienta la sua vicenda in
altro tempo, in altri luoghi, con altri personaggi, cioè a Verona,
nel 1300, ma la finzione letteraria non riesce a coprire i
molti riferimenti autobiografici che tradiscono l’origine personale
e vera della storia. A cominciare proprio dalla scena del carnevale,
senza dire della dedica appassionata che Luigi fa a Lucina in
apertura della Novella, la quale dopo 60 anni, giunge a Shakespeare
che, rispettandone la trama, la adatta alle scene in modo geniale
e tale da farne quel mito che conosciamo, e di cui la città Scaligera
è la fortunata interprete.
La
scoperta viene rivelata nel 1985, a Vicenza, quando un grande
studioso del Rinascimento Veneto, l’inglese Cecil Clough, forte di
decenni di studi, dichiara apertamente la sua tesi: la versione
Shakespeariana di Giulietta e Romeo è un’opera creativa che non ha
nulla, o quasi, a che fare con la verità storica dei protagonisti.
L’intervento
dell’autorevole storico inglese apparve ed era, sensazionale.
Clough parlò al Veneto perché fosse Udine ad ascoltarlo. Le
reazioni non andarono oltre un effimero fuoco di paglia.
Tutto
sarebbe restato come prima, se nel 2003, uno psicologo e scrittore
udinese, il sottoscritto, venuto in possesso di uno scambio di
lettere fra Clough e gli eredi Savorgnan, decise di raccogliere tutto
il materiale in questione, di ampliarlo con nuove ricerche e di
esporlo in un libro che facesse piena giustizia e luce su
questa effervescente vicenda.
La
pubblicazione avvenne nel 2006( “ Giulietta e Romeo: l’origine
friulana del mito” di Albino Comelli e Francesca Tesei,
Firenze Libri Ed.). Il libro fu presentato nel castello di Udine alla
presenza di una grande folla, di studiosi ed eredi del casato dei
Savorgnan e da Porto, oltrecchè dello storico inglese.
Stavolta,
l’eco di questa notizia, superò i limiti locali e approdò sui
quotidiani italiani e stranieri. L’emittente televisiva, La7, nel
programma Atlantide, ne fece un esauriente filmato, sulla scorta
della verità storica dei luoghi e dei personaggi.
L’interesse
si diffuse fra artisti, associazioni culturali e Istituzioni. Alcuni
Comuni, quali, Udine, Manzano, Cividale del Friuli, Gradisca
d’Isonzo, Rivignano-Teor, Osoppo, dove i due veri amanti hanno
vissuto o si sono incontrati, hanno organizzato manifestazioni
e creato targhe commemorative che si propongono di creare un percorso
di valore storico-turistico sul territorio.
Merita
di essere sottolineata la collaborazione fra Udine e Verona, sancita
da quella che lo stesso Comelli ha chiamato la “ Pace di Verona”
dopo avere firmato un documento comune in cui Udine riconosce
il mito Veronese dei due famosi amanti, e Verona riconosce
l’origine friulana degli stessi.
Le
differenze fra verità storica e creazione letteraria non mancano. A
Verona, è protagonista Giulietta, mentre a Udine la parte più
significativa la vive Romeo( Luigi), il quale dopo pochi mesi dal
fatale incontro d’amore, viene ferito gravemente in una dura
battaglia contro gli Imperiali sul Natisone. In un attimo, egli
vede svanire i sogni di una ambiziosa giovinezza e soprattutto la
relazione amorosa con la sua amatissima Lucina.
E
tuttavia, continua a sperare in una qualche residua attenzione di
lei, che va sposa ad un altro Savorgnan. E’ per lei che lui
sopravvive, è per lei che lui spera disperatamente, è per lei
che lui scrive la Novella, che è un appello al cuore di
Lucina, un messaggio commovente e poetico che ha attraversato i
secoli e giunge fino a noi.
Da una
parte, l’amore che lotta e va oltre la morte, la sua eterna
antagonista, dall’altra parte, l’amore che combatte contro le
avversità della vita, ancora più insidiose: ecco le due facce
dell’amore, quello vissuto realmente e quello immaginato, sempre,
comunque, al centro della vita e della creatività.
Al centro lo scrittore Albino Comelli, con Franco Braida Presidente del Fogolâr Furlan
e l'Assessore Luca Fasan del Comune di Monfalcone