La nascita del Fogolâr di Monfalcone
Il Friuli da sempre è
considerato territorio delimitato ad Ovest dal fiume Livenza, a Nord dalle Alpi
(Carniche e Giulie), ad Est dal Carso fino al fiume Timavo, a Sud dal Mar
Adriatico
Il nostro Fogolâr di
Monfalcone è nato nel 1955. Per raccontare e capire il perché è nato un Fogolâr
Furlan in territorio “Friuli” dobbiamo
cominciare con la storia di Monfalcone e del territorio della pianura bassa
friulana.
UN’ ASSOCIAZIONE LEGATA AD UN CANTIERE
Alla fine del ‘800 Monfalcone e parte del Friuli orientale erano inglobati nella Principesca
Contea di Gorizia e Gradisca, Länd dell’Impero Austroungarico comprendente
l’ attuale Slovenia ed il Tirolo. L’economia nel territorio e nella
pianura friulana era prevalentemente contadina quindi molto dipendente dalla
natura . La miseria imperversava a causa delle siccità, delle calamità naturali
e delle malattie delle piante, degli animali e dell’uomo. Ivi vivevano inoltre
numerose famiglie coloniche e mezzadrili che conducevano un’esistenza misera e
in condizioni di indebitamento cronico
nei confronti del padrone assieme alla miseria, la malaria, la pellagra
diffuse in un territorio malsano e palustre
Nel
1877 il Presidente argentino Nicolàs
Avellaneda promulgò la legge 817
per attirare coloro che fossero interessati a stabilirsi in Argentina a
colonizzare i suoi grandi terreni Con detta legge, si regalavano terreni a
famiglie numerose o si dava loro la possibilità di acquistarle a prezzo
agevolato. Inoltre veniva offerto il rimborso di parte del biglietto del viaggio,
sementi per il primo anno, animali da soma o da cortile ed agevolazioni
fiscali. La cosa attrasse moltissime famiglie friulane che nel dicembre del
1877 partirono col vapore “Sud America” da Genova verso l’Argentina dove
fondarono intere città come Avellaneda
e Colona Caroja (tutti friulani con
cittadinanza austriaca). Cominciò così la grande immigrazione che si allargò a
tanti paesi del mondo e spuntarono allora
i Fogolârs in tutto il mondo.
In
quegli anni iniziarono, nella Contea, le
costruzioni di grandi opere da parte del Governo Austriaco, che dovevano
segnare un grosso cambiamento ed un netto miglioramento del tenore di vita
delle popolazioni locali che in pochi anni passavano da un’economia
prevalentemente agricola ad una di tipo industriale il che significava:
stipendi sicuri e continuativi nel tempo invece che dipendere dalle bizzarrie
del tempo atmosferico quindi si prospettava più ricchezza famigliare.
Le
prime e più importanti opere furono sicuramente la Ferrovia Meridionale
(1858) che partiva da Vienna,
passando per Graz, Maribor e Lubiana giungeva a Trieste
Campomarzio; la Ferrovia
Transalpina (1906) invece, partendo da Monaco passava per Salisburgo,
Villacco, Jesenizze, Gorizia, Monfalcone
arrivava a Trieste
(stazione centrale); ambedue collegavano così il centro dell’Impero Austriaco
con il mare, con il porto di Trieste infine il raccordo ferroviario Monfalcone - Cervignano. -
Rifiorirono all'epoca , oltre che Trieste
anche la città di Gorizia che verrà
denominata “la Nizza d’Austria”.
Con
l’ inaugurazione della strada Gorizia Gradisca Villesse Cervignano
Aquileia Belvedere che scorreva sulla sponda destra dell’ Isonzo, si
interrompeva l’isolamento dei paesi interni con la capitale e dava la
possibilità di raggiungere il mare e l’isola di Grado con le sue spiagge e le
sue cure termali (sabbiature e fanghi).
Per
lo sviluppo industriale nel territorio rilevante fu la costruzione del Canale
Dottori Viene progettato per conto del Ministero dell’Agricoltura Viennese, nel 1866; i lavori iniziano
nel 1894 e terminano nell'anno 1905. Partendo da una schiusa sull'Isonzo presso
Sagrado, giungeva al mare nel Canale Valentinis, allora porto di Monfalcone.
Questo risolveva moltissimi problemi;. rispondeva alle esigenze dell’agricoltura perché portò l’irrigazione nelle campagne dell’ agro monfalconese e contribuì contemporaneamente allo sviluppo industriale, in nuova espansione, garantendo con le sue cinque centrali idroelettriche, ingenti quantità di energia.
Agli inizi del 1900, Monfalcone (lo rileviamo da un Almanacco del 1903 edito dalla Contea) contava 5.536 abitanti
La
disponibilità di energia elettrica , la facilità di trasporti, un canale
navigabile ed un porto convinsero molti imprenditori ad investire; sorsero il
Cotonificio Triestino, l’Adriawerke (fabbrica di Soda) per opera di investitori
austro tedeschi e soprattutto la presenza di un porto convinsero la famiglia
Cosulich (famiglia di armatori lussignani)
a scegliere Monfalcone come sede per il loro stabilimento. Nacque così
nel 1908 il Cantiere Navale Triestino che risulterà essenziale per l’economia
del territorio.
La
richiesta continua di manodopera farà sì che gli agricoltori di tutta la zona e
zone limitrofe, diventassero operai e manovali nel cantiere, garantendosi uno
stipendio fisso e sicuro. La miseria stava lentamente scomparendo.
La
possibilità di poter lavorare in Cantiere poteva pertanto essere per molti
membri di famiglie contadine un’occasione da non perdere. Gli operai infatti
vennero reclutati nei paesi circostanti, nella bassa friulana e nel vicino
regno d’Italia (Friuli orientale).
Gli
occupati, nel cantiere, nel 1908 erano di 400 unità che si raddoppiarono
nell'anno successivo passando a 800 unità,
nel 1911 erano di 2600 unità
La popolazione di Monfalcone aumentò da 5.500 abitanti del 1900 agli 11.012 del 1913 (Censimento austriaco); la crescita era dovuta soprattutto alla immigrazione dall'estero (allora il Friuli italiano). Gli immigrati al tempo erano chiamati “ Regnicoli ” (del Regno) oppure “Furlâns taliâns” dai friulani e rappresentavano tra il 4 ed il 5% della popolazione cittadina. Gli immigrati ed i pendolari verso la contea erano allora stimati attorno ai 40.000.-
1910 - Monfalcone Piazza Grande |
Finita la guerra e cominciata la ricostruzione, Monfalcone si ripopolò.
Nel 1919 fu costituita, con la collaborazione tra il cantiere ed il comune, l’Associazione Edile di Pubblica Utilità che ha realizzato una delle migliori città operaie in Europa: furono costruite 150 palazzine destinate a famiglie di operai disagiate capaci di ospitare 800 persone inoltre 150 appartamenti in mini condomini e 46 ville per ospitare i quadri dirigenti inoltre un albergo per operai celibi con 700 camere ed uno per gli impiegati con 120 alloggi.
Artefice e progettista fu
proprio un friulano di Cervignano, l’ingegner Dante FORNASIR.
Il villaggio di Panzano |
1921 – dal Primo
Censimento dell’ Italia sul Territorio
rioccupato della Contea, i cittadini di
Monfalcone erano passati da 11.012 del 1913 a 11.838
nel 1921
La
provincia di Trieste venne istituita
con regio decreto n. 1353 del 17 ottobre 1922, che creò la prefettura di
Trieste ponendo fine al peculiare assetto amministrativo giuliano eleggendo il
Commissariato generale civile della Venezia Giulia.
Nacque
così la Venezia Giulia. La nuova
provincia comprendeva tutto il territorio della sponda sinistra dell'Isonzo con
i suoi affluenti, oltre all'entroterra carsico triestino.
Monfalcone
non fece più parte del Friuli ma della Venezia
Giulia
Nell'anno
1936 , desunto dall'Ufficio
anagrafe, gli abitanti erano passati a 19.634.
Quando
, qualche anno dopo iniziò l’immane flagello della seconda guerra mondiale,
Monfalcone si trovò nuovamente sotto bombardamenti a causa del cantiere e di un
nodo ferroviario importante e di
conseguenza si svuotò di abitanti. Buona parte degli immigrati friulani, sfollò
e ritornò ai paesi d’origine, distanti dai bombardamenti..
Nel
1947 Monfalcone si trovò occupata prima
dal governo alleato poi dalle truppe jugoslave, con un cantiere mutilato e semi
distrutto; per la seconda volta Monfalcone ed il suo Cantiere risorsero dalla
disperazione morale e dalla crisi.
Siamo
nell'anno 1951 tornati tutti alle loro case la città si ripopolò in pieno
arrivando a 24.589. I friulani rientrati in città rappresentarono in quel periodo una
percentuale di presenze pari al 35-36 % della popolazione totale. -
Arriviamo
così a quattro anni dopo: nel 1955 quando il giorno 2 di aprile, presso un
ristorante del centro, viene fondato da questi friulani nostalgici, il Fogolâr Furlan di Monfalcone. Primo
Presidente del sodalizio Annino
CODUGNELLO.
Ora la parola alla nostra storia.
Dunque: nell'autunno del 1954 (30 ott.) in una riunione, i soci fondatori: Altran, Codugnello, Comarin, Debiasi, Desabo, Feruglio, Forgiarini, Fornasari, Gratton, Ioan, Matiussi, Querini e Selva, decisero di dar vita ad un Fogolâr Furlan.
L’ufficializzazione della nuova istituzione si compirà nel 1955 quando il 2 aprile, nei locali dell’ ”Albero Lombardia” nasce il “Fogolâr Furlan” di Monfalcone, tenuto a battesimo dal Vicepresidente della Filologica, quel personaggio del nostro Friuli, carico di tanto amore verso la nostra gente, le nostre tradizioni e la sua cultura; sarebbe il professor Tavio Valerio. Il professor Valerio tanto ha fatto per tenere insieme i friulani e soprattutto quelli fuori dalla “piccola Patria” sparsi per tutto il mondo.- Presidente del sodalizio vien fatto: Annino CODUGNELLO, già promotore del primo convegno, uomo schivo e modesto.
Viele che e file |
Pochi
mesi dopo essere stato eletto, Codugnello , impiegato alla SOLVAY, viene trasferito a Rosignano ed
a Ferrara. Il 31 dicembre del 1960 , finì di vivere.
Dopo
la morte di Codugnello, viene nominato presidente l’ingegner Luciano PAULIN, un goriziano “patoc (sanrocâr), che si mette subito
a lavorare ed organizza corriere per la
“Frâe di Primevere” di Capriva organizzata dal maestro Capello e per i
congressi annuali della Filologica e promuove quegli incontri
vocali/strumentali tenuti nei locali dell’ UNUCI, rimasti famosi
Nell’anno
1961 quando il Fogolâr, con particolare di interessamento di
Vico Bressan, organizza una “serata Furlana” al “Ragno d’Oro” di Ronchi, con
l’intervento di tutti i poeti e scrittori di “Risultive” – Meni Ucel, Riedo
Pupo, Lelo Cjanton Dino Virgili accompagnati dal segretario della Filologica,
Toni Faleschini), della Corale “G. Verdi” di Ronchi diretta dal maestro Giorgio
Kirshner, del Vicepresidente della Filologica per il goriziano, comm. Massimo
Portelli e del Vicepresidente del Fogolâr di Trieste comm. Matiussi che ha
portato il saluto del Presidente Maria Giolitti Del Monaco. La manifestazione è
stata presentata con tanto entusiasmo dal bravo Alviero Negro. –
Con
tanto successo ottenuto, la manifestazione sarà ripetuta nel ’62 e ’63 sempre a
Ronchi. –
All'ingegner
PAULIN, nel 1967, succede Rossano Dall'Olio (suocero del nostro ex economo
Gigi Vermiglio), un friulano della bassa pieno di entusiasmo. A lui
dobbiamo l’organizzazione di due corriere per la “Frae di Primavere” a Resia ed
una per il 44 congresso di Forni di Sopra.
Arriviamo
nel 1969 quando nel corso di un convegno fatto alla trattoria “Alla Carlina”,
vengono rinnovate le cariche sociali e viene eletto Presidente Tilio
BONINI, parente di quel Pietro Bonini (1844-1907) che sarebbe stato
l’iniziatore della poesia friulana della nostra epoca. –
Nello
stesso 1969, Bonini organizza una manifestazione, nella sede del circolo
Ricreativo della SOLVAY, per commemorare la morte del primo presidente . Hanno
partecipato i poeti de “Risultive”: Lello Cjanton, Dino Virgili, Riedo Pupo,
Jolanda Mazzon; inoltre i “Danzerini di Lucinicco”. Ospite d’onore Tavio
Valerio che, con le sue parole commoventi, ha ricordato la figura del defunto.
Infine il cordoglio, scritto da Vico, per onorare la memoria di Codugnello
viene letto da Luciano Verona:
Oh Codugnel, oh Codugnel,
tant bon di
spirit e tant siôr di cûr.
Tu nus as lassât par un mont plui biel
Propit la dì che
l’an al mûr.
Tu sês partìt
cence visâ,
cussì sburît,
cussì cidin
che nô ch'o sin
restâz di ca
ducj ti crodin
ancjemò vîf.
E vîf par simpri tu restarâs
Pes tôs virtûts,
pe to semplicitât.
Se il cuarp al
polse in sante pâs ,
dismote e reste
la tô bontât.
e mûr la dì sul
imbrunî,
al mûr l’an
vecjo al trenteun,
ma tu Anino tu
restis a chì
e la tô muart e
je dome un sium.”
Tante altre
manifestazioni vengono fatte negli anni dal 1969 al 1981: in teatro “Azzurro”,
nel circolo ricreativo Italcantieri di via Bagni in collaborazione con la
corale “E. Grion” del maestro Policardi.
Il
presidente Bonini aveva ripristinato la tradizione della “Crostolada” che
veniva fatta ogni anno a Carnevale alle
quali intervenivano Lello Cjanton e il mai dimenticato Dino Virgili a
leggere racconti e poesie nuove. La
serata era sempre onorata dalla presenza del vicepresidente della
Filologica Portelli e consorte.
“Al
jere passât un pôc di timp che il fûc del nestri “Fogolâr” al veve dome bôris e
cussì, i sorestâns dal nestri sodalizi, e an pensât ben di stiçâlu e butâj su
cualchi çoc parcè ch’al torni a inviulâsi come une volte.”
Dunque,
nei primi mesi del 1983, Vico ha pensato di ritornare e quei centoventuno capi
famiglia che fino ad un’ anno e mezzo prima avevano partecipato a tutte le
iniziative culturali e folcloristiche per non dimenticare le nostre origini e
le nostre tradizioni che il direttivo aveva organizzato con mezzi sempre più scarsi.
Vico e Tilio Bonini hanno organizzato la sera del 20 maggio del 1983 nei locali messi a disposizione dal coro “Grion”, l’Assemblea Generale, una bella festa a cui abbiamo partecipato in gran numero: Presentazione di Vico Bressan; Dino Virgili e Lelo Cjanton hanno parlato di Monfalcone “città dei cantieri”; il professor Eraldo Sgubin, vice presidente della filologica di Gorizia ha presentato il libro “Cielo e Acqua” di Vico Bressan; la corale “Grion” ha cantato villotte e canzoni friulane infine le votazioni e vengono eletti:
Dott.
Sergio Serafini, Dott. Gino Grandis, Lucio Valdemarin, Giovanni Miani, Renzo
Bettella, Giuseppe Justulin, Marcello Luigi Vermiglio, Gino Saccavini (sindaco
di Monfalcone), Egidio Taverna, prof. Nedo Trombetta, Giorgio Perissin e Vico
Bressan (che rinuncia).
Ai
primi di giugno il Consiglio si riunisce e distribuisce le cariche sociali e
cominciano a pensare alle attività da svolgere nell'anno; Renzo Bettella,
tabaccaio, si propone per iscrivere quei friulani di Monfalcone (il 33 % dei cittadini risultano trapiantati dalla
“Patrie”) ai quali sicuramente farebbe piacere aderire a questa iniziativa per
capire la nostra storia e vivere quei momenti che più ci hanno segnato nel
nostro modo di essere. –
Il
30-settembre 1983 per la prima volta compare il nome di Dario ZAMPA cantautore
friulano come invitato alla cena sociale
alla trattoria “Alla Checca”.
Fra gite, feste, balli e tanta gastronomia organizzate negli anni successivi, arriviamo al 11 di maggio del 1985: 30° anniversario della fondazione. Per la ricorrenza, festa grande al Teatro comunale di Monfalcone di cui presentiamo la locandina:
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